Tensione tra i genitori e la preside: a giorni incontro col sindaco

CASERTA – E’ guerra a Casola, nel borgo medievale di Casertavecchia, tra i genitori dei bambini iscritti alla scuola elementare e la preside del Circolo Didattico Vanvitelli, Rosaria Prisco, perché la dirigente contrariamente a quanto aveva promesso alle famiglie, ha organizzato le pluriclassi prima terza quinta e non classi separate. Secondo quanto scoperto dalle famiglie la decisione risalirebbe alla scorsa primavera, ma non era mai stata comunicata ai genitori dei bambini che avrebbero potuto decidere di rivolgersi altrove. Nei prossimi giorni le famiglie incontreranno il sindaco e gli assessori competenti Maietta, perché del quartiere di Casertavecchia; e Battarra, alla Pubblica istruzione; e l’assessore regionale Lucia Fortini per cercare di ottenere un provvedimento in deroga.

Mantenere le pluriclassi è un modo semplice per distruggere i bambini: non fargli imparare nulla, ma anche per distruggere la scuola elementare di Casola, costruita con tanta fatica negli anni Cinquanta grazie agli allora assessori Giovanni Casella e Francesco Rossi e poi sostenuta dalle varie Amministrazioni comunali, soprattutto quelle dell’immediato dopoguerra, che aprirono la scuola come istituto di «Montagna»; tanto che alcune famiglie stanno già spostando i figli. Forse la scuola punta su questo? Una situazione incresciosa e impossibile per l’inerzia della preside che non ha approntato tutti i documenti per far si che gli otto bambini di prima avessero una classe vera e funzionante capace di fornire ai piccolissimi allievi il servizio che la Costituzione garantisce a tutti, quello dell’Istruzione, soprattutto a quelli più svantaggiati perché vivono in località più difficili e complesse, come quella del quartiere di Casertavecchia, tanto che una volta la scuola era definita di montagna. Già altre classi sono state riunite nella scuola e buona parte delle famiglie ha portato i ragazzi altrove. Sarebbe questo il colpo di grazia e solo per demerito della Scuola e delle Istituzioni preposte.

Una scelta del genere è anche il modo migliore per far si che nascano nuove Caivano e nuovi parchi Verde in tutto il Paese. Il servizio istruzione deve essere assicurato classe per classe anche per un singolo allievo. Non siamo un Paese moderno perché dobbiamo rinunciare all’Istruzione per permettere poi a pochi altri la gita o il pc ultimo modello.

«Noi famiglie siamo intenzionati – spiegano i numerosi genitori – a percorrere tutte le strade per obbligare la preside a fare una classe seria e normale, come per tutti gli italiani, di prima. Un obbligo, ancor di più al Sud. I docenti ci sono o si nominano o vogliamo risparmiare sulla pelle dei bambini per comprare sussidi didattici da altre parti». Dopo l’appello ai giornali, le famiglie ricorreranno all’Amministrazione Comunale, alla politica, ai giudici, al Ministro dell’Istruzione e del Merito e al Presidente del Consiglio e della Repubblica. Nulla sarà lasciato impunito per garantire ai bambini ciò che gli spetta.

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