Clan Belforte, capitali finiti nei ristoranti: localizzate le aperture sospette

MARCIANISE. In fuga da Marcianise o ridotti di numero molti capitali dei Belforte sono finiti nella ristorazione. Lo conferma il dossier della Direzione Investigativa Antimafia pubblicato nei giorni scorsi. La presenza nella Regione Emilia Romagna di interessi riconducibili alla camorra campana è testimoniata anche dal decreto di sequestro emesso, dal Tribunale di S. M. Capua Vetere , in accoglimento della proposta avanzata dal Direttore della DIA, eseguito il 23 febbraio 2022 ad opera della DIA di Napoli, colpendo un cospicuo patrimonio immobiliare comprendente anche un fabbricato di 2.500 mq ubicato in San Secondo Parmense (PR).

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di 2 fratelli imprenditori, attivi nei settori del cemento e della ristorazione, ritenuti vicini al clan camorristico BELFORTE operante a Caserta e nei Comuni di Marcianise, Capodrise, Maddaloni. Le precedenti attività info-investigative avevano accertato la presenza e gli interessi imprenditoriali nella Regione di soggetti riconducibili ai clan dei Casalesi di Casal di Principe e dei cartelli delle zone di Acerra e di Pomigliano d’Arco.

La situazione a Marcianise

Nel territorio del Comune di Marcianise gli esiti investigativi documentano la presenza del clan BELFORTE60, del sodalizio dei PICCOLO-LETIZIA e di altri piccoli gruppi autonomi, organizzati su base famigliare, come i clan MENDITTI e BIFONE.

L’area che comprende i Comuni di Santa Maria a Vico, Arienzo e San Felice a Cancello ricadrebbe sotto il controllo dei gruppi operanti a Maddaloni (e riconducibili al clan BELFORTE di Marcianise attivi, soprattutto, nel campo delle estorsioni. In questo comprensorio, continuerebbero a operare, in particolare nel settore degli stupefacenti, anche esponenti di gruppi autonomi nel tempo indeboliti a causa della detenzione o dalla collaborazione dei rispettivi vertici.

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