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Morì in incidente, caso riaperto: trovare nuove prove

 

Aversa. Morte Luigi Ciaramella: trovate nuove prove sull’auto guidata dal giovane. Biagio Ciaramella ed Elena Ronzullo: «Vogliamo la verità, siamo disposti a lottare fino in fondo»

Una ricerca della verità infinita. Dopo ormai più di quattordici anni, Biagio Ciaramella ed Elena Ronzullo non hanno nessuna intenzione di arrendersi finché non sapranno che cosa è successo quel 31 luglio del 2008, quando il loro figlio, Luigi, 19 anni, uscì da casa in macchina per non farvi più ritorno. Da allora, entrambi lottano per ottenere giustizia per la loro famiglia e anche per tutte le vittime della strada.

 

Biagio Ciaramella è vicepresidente dell’Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada ODV, che riunisce l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ODV e anche l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, fondata da sua moglie, Elena Ronzullo. Il loro figlio, Luigi, ha perso la vita sulla strada Trentola-Ischitella, in località Madonna del Pantano, in circostanze ancora tutte da chiarire. «Molti hanno visto, molti sanno che cosa è successo a Luigi, ma nessuno ha mai voluto parlare», dicono.

 

Oggi, la ricerca della verità va avanti a vele spiegate. Dopo tanti anni, l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada, che si è costituita parte civile nel processo per la morte di Luigi Ciaramella, ha contattato, attraverso il suo vicepresidente Biagio Ciaramella, un Centro che effettua analisi chimiche, allo scopo di riscontrare se sull’auto di Luigi vi fossero eventuali tracce di rame.

 

Secondo la Stradale di Caserta, che ha condotto le indagini, l’auto di Luigi sarebbe sbandata e andata a finire contro un palo dell’Enel, dopo aver percorso circa 40 metri lungo il ciglio della strada. «Il mio sospetto – aggiunge il papà di Luigi – è che da un viottolo abusivo, posto a circa 25 metri dall’incrocio, sia uscito a marcia indietro e all’improvviso un trattore che aveva un atomizzatore con dentro del verderame. Pensiamo che, venendo fuori a marcia indietro, il trattore abbia urtato con l’atomizzatore il lato destro dell’auto di mio figlio e che il verde rame si sia riversato sull’auto. Per questo abbiamo fatto fare le analisi per la ricerca del rame a un Centro specializzato. Come associazione, consegneremo gli esiti di queste analisi al giudice nella prossima udienza, fissata per marzo», continua il vicepresidente Ciaramella, «abbiamo anche altri documenti da presentare, perché molti sono i dubbi che la mia famiglia nutre in merito all’incidente e alle indagini condotte».

Ciaramella aggiunge: «Ci chiediamo perché all’ospedale di Caserta, dove mio figlio è stato portato dopo l’incidente, il medico che ha esaminato il suo corpo non ha trovato alcuna macchia. Perché molti testimoni, sotto giuramento, non hanno detto la verità. Perché tanti altri che hanno assistito all’incidente non hanno parlato. Chi ha urtato la sua auto? Chi ha fatto sciacallaggio facendo sparire 50 euro dal suo portafogli?».

 

In quel triste mattino, si sono effettivamente fermate sul luogo della tragedia alcune persone che hanno assistito all’incidente, hanno visto chi ha spostato il corpo di Luigi e hanno anche notato un trattore uscire da un viottolo di campagna. «Nessuno, però, ha mai voluto parlare con noi», prosegue Ciaramella, «e poi, quando lo abbiamo portato a casa nostra, tutti hanno notato che le mani di mio figlio erano rimaste nella posizione esatta di chi guida. Siamo molto amareggiati, poiché tutti sapevano ma nessuno parlava, non c’erano testimoni, nulla».

 

La famiglia di Luigi ritiene da sempre che il corpo del giovane sia stato spostato dopo l’incidente e che non siano mai stati fatti i nomi di chi quel tragico giorno ha cambiato la scena dell’omicidio stradale. «L’incidente è avvenuto tra le 7.30 e le 7.35. I soccorsi sono stati allertati alle 7.50. L’autoambulanza è arrivata alle 8,15», spiega Ciaramella, «in questo periodo di tempo abbiamo il dubbio che qualcuno abbia spostato nostro figlio. Luigi non era leggero, a spostarlo sarebbero state due persone. Mio figlio è stato trovato con la testa sul lato guida e i piedi fuori: di certo non è stato l’urto a fargli assumere questa posizione».

«È mai possibile che chi ha diretto le indagini non abbia fatto una foto del palo dell’Enel? Che documentazione è stata mandata al magistrato di turno? Perché tante persone, tra cui un finanziere, non hanno parlato? Vogliamo sapere come è morto Luigi, perché i soccorsi sono arrivati dopo 20 minuti e perché tutti dicono di non aver visto nulla», continua Ciaramella, «purtroppo molti sono i nostri dubbi su quello che è stato non solo un incidente stradale, ma un omicidio stradale preceduto da omissione di soccorso. Si poteva capire subito cosa fosse successo, comprendere la dinamica dell’urto e tutto ciò che è seguito. Ora il giudice ha disposto delle indagini sia sull’auto di Luigi, sia sul palo dell’Enel. Da parte nostra, abbiamo fatto fare le analisi sull’auto di Luigi. Oggi abbiamo nuove prove, le consegneremo al giudice nella prossima udienza di marzo. Vogliamo che tutti quelli che hanno detto il falso o depistato le indagini sulla morte di nostro figlio sappiano che noi saremo molto attenti alle loro deposizioni. Come famiglia Ciaramella le stiamo vagliando tutte. Siamo disposti anche a far riesumare il corpo per arrivare alla verità».