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Otto agenti della mattanza tornano in servizio: sono stati reintegrati

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha riammesso in servizio otto agenti della Polizia Penitenziaria sospesi da diciotto mesi perché imputati nel processo sulle violenze ai danni di detenuti commesse nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020.

Il processo, in cui sono imputati 105 tra agenti della Penitenziaria, funzionari del Dap e medici Asl, è in corso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in particolare nell’aula bunker annessa allo stesso carcere delle violenze. A dare notizia della riammissione in servizio dei poliziotti è il sindacalista della Penitenziaria Ciro Auricchio, segretario regionale campano dell’Uspp, che già nei mesi scorsi aveva chiesto il reintegro almeno per quei poliziotti che rispondevano dei reati più lievi, e che non avevano preso parte attiva ai pestaggi.

“Ringraziamo l’Amministrazione centrale e il nuovo capo Dap – dice Auricchio – per la particolare sensibilità mostrata verso il personale coinvolto nel processo, avendo rivalutato e differenziato le singole posizioni degli agenti”. Degli otto agenti riammessi, al momento dei fatti quattro prestavano servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e quattro presso il Nucleo di Secondigliano, carcere napoletano da cui partì il 6 aprile 2020 la “squadra” di agenti più nutrita. Gli agenti reintegrati, che rispondono perlopiù di reati di falso in atto pubblico ma non di quelli più gravi come la tortura, sono stati spostati in altre carceri.

Sono 109 i coinvolti

Quasi tutti i 109 agenti penitenziari coinvolti nelle indagini e nel processo sono stati sospesi dal servizio con decorrenza dal 28 giugno 2021, ovvero dalla data in cui i carabinieri eseguirono le 52 misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura; tutti sospesi e con lo stipendio che nei mesi si è ridotto, anche quelli non raggiunti dalle misure e con reati lievi, ad eccezione di due funzionarie della Penitenziaria, Nunzia Di Donato e Tiziana Perillo, che sono sempre rimaste in servizio.

Auricchio però confida “nell’assoluta sensibilità del Capo del Dap affinché, in considerazione della lungaggine del processo e nelle more della sua definizione, possa valutare di reintegrare anche tutto il restante personale”. Auricchio chiede infine “di dotare la polizia penitenziaria di un preciso e chiaro protocollo di ingaggio in caso di eventi critici come quello avvenuto al carcere di Santa Maria Capua Vetere, nonché strumenti come bodycam e dissuasori elettrici per difendere la legalità e sicurezza delle carceri”.