Omicidio Zeppetelli, il pm: “Non fu legato a lotta tra clan”

Cervinara/Arienzo. L’omicidio Zeppetelli non fu un’esecuzione mafiosa. Non fu un’esecuzione mafiosa. Il delitto che sconvolse  Cervinara il 19 febbraio scorso non può essere ascritto ad una vicenda legata alla malavita organizzata. Quel sabato pomeriggio Nicola Zeppetelli fu ucciso davanti al circolo che gestiva a Joffredo di Cervinaraa.

La chiusura delle indagini

Lo ha stabilito il pubblico ministero della direzione distrettuale  antimafia di Napoli Francesco Raffaele. La circostanza è emersa nell’atto che ha portato alla chiusura delle indagini. Questo vuol dire che l’accusa al processo sarà rappresentata dalla Procura della Repubblica di Avellino.

L’omicidio fu commesso da Alessio Maglione, difeso dall’avvocato Giulia Cavaiuolo. Il 30enne fu accompagnato sul luogo dell’omicidio da Giuseppe Moscatiello che ha dichiarato di non essere a conoscenza delle intenzioni di Maglione. I due furono poi arrestati ad Arienzo, nel Casertano.

Lo stesso 30enne, nel corso dell’interrogatorio di garanzia aveva ammesso di aver sparato conto Nicola Zeppetelli. Ma il suo intento non era quello di ucciderlo- Si era recato a Joffredo, davanti al circolo gestito da Nicola Zeppetelli per un chiarimento. Il chiarimento, sempre secondo la ricostruzione di Maglione, era sfociato in una lite e poi aveva fatto fuoco.

Maglione dal mese scorso, dopo nove mesi di carcere si trova agli arresti domiciliari. Le indagini, in un primo momento furono affidate dalla Dda di Napoli. Ora dalla stessa Dda arriva la decisione che deve procedere la Procura della Repubblica di Avellino.

IL VIDEO DEGLI ARRESTI

 

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